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Elisabetta Ravera - MioDottore.it

Da qualche settimana si susseguono notizie relative alla pericolosità dell’integratore a base di curcuma per avvenuta segnalazione di un numero significativo di epatiti non virali, quindi non contagiose, ma che hanno causato una colestasi, cioè un'infiammazione acuta del tessuto epatico con danno nella produzione e nella circolazione della bile. Senza ombra di dubbio la curcuma è stata pubblicizzata in questi ultimi anni come un toccasana, dotata di poteri quasi magici e per questo motivo quasi tutte le aziende produttrici di nutraceutici hanno sfornato il loro prodotto, variamente accoppiato con altri fitoterapici.

Intanto cos'è la curcuma? La curcuma è una spezia dal colore giallo-arancio e dall'aroma penetrante, molto utilizzata nella cucina indiana. La polvere di curcuma è uno degli ingredienti del masala che noi chiamiamo curry, a cui dà il colore giallo intenso e caratteristico. E’ proprio l’India il produttore più autorevole di questa spezia, che viene utilizzata per diverse ricette. Ad esempio è un ingrediente fondamentale del piatto nepalese chiamato momos (gnocchi nepalesi a base di carne), o del piatto tailandese chiamato kaeng tai pla (curry con gamberi e pesce).

curcuma4La curcuma (curcuma longa) è una pianta dotata di fiori colorati dal cui rizoma, un fusto carnoso simile a una radice, si ricava la spezia (previa polverizzazione). E' cugina della pianta da cui si ricava lo zenzero. Il termine curcuma trae origini dalla lingua sanscrita "kum-kuma" e dall'arabo "kour-koum", che significa appunto zafferano, per via della sua somiglianza con questa spezia; ha infatti lo stesso colore giallo vivo, ma un aroma diverso. In Occidente la si utilizza soprattutto in cucina sia per colorare i piatti che per sfruttare le sue potenzialità terapeutiche, infatti fino a questo incidente di percorso la sua azione di normalizzazione delle funzioni intestinali ed antinfiammatoria era auspicata per trattare in modo naturale le malattie infiammatorie croniche (da quelle intestinali a quelle articolari), per prevenire i tumori e per riequilibrare l’apparato digerente, contribuendo alla salute di stomaco - fegato  e per normalizzare il colesterolo prodotto proprio dalla ghiandola epatica.

La curcuma è da sempre utilizzata dalla medicina tradizionale cinese e nell’ayurveda per riequilibrare i meridiani di stomaco, milza e fegato; inoltre, secondo questa medicina tradizionale, rende il sangue più fluido e cura i disturbi femminili. L’ayuveda consiglia di disintossicarsi al mattino a digiuno bevendo un cucchiaino di polvere nell’acqua.

E’ però importante sottolineare che l’assorbimento a livello intestinale del rizoma non è così scontato e quindi è difficile capire quanto principio attivo venga effettivamente utilizzato per ottenere tutte queste azioni benefiche sull’organismo. Alcuni accorgimenti, quali associare la curcuma al pepe nero o all’olio bollente, sembrano aiutare, perlomeno questo è quanto si trova nei vari siti in rete.

Ecco allora che gli integratori costituiti da estratto secco di rizoma sono stati impiegati dall’industria per potenziare l’effetto della curcumina, che è il principio attivo più importante, cui si devono principalmente i benefici effetti. Per potenziarne l’azione in genere si associa con piperina, che si è visto potrebbe aumentare la concentrazione in modo esponenziale proprio a livello del fegato e quindi, magari in soggetti predisposti, favorire un danno piuttosto che un beneficio.

Quindi cosa fare, sospendere l’uso della curcuma oppure proseguire nella ricerca del benessere con questo integratore? Qui deve prevalere il buon senso, in cucina può essere utilizzata senza problemi, ma in via cautelativa sospenderei gli integratori a base di curcuma proprio perché si stanno facendo controlli a tappeto da parte delle Autorità e il numero dei prodotti messi fuori commercio sta aumentando. Abbiamo altre sostanze che possono aiutare per i diversi problemi cui si rivolge la curcuma, quindi indirizziamo la nostra scelta verso altri lidi, in attesa che venga fatta definitivamente chiarezza.

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